Giovanni ALberti



  • Quadro Giovanni Alberti
  • Quadro Giovanni Alberti
  • Quadro Giovanni Alberti

Giovanni Alberti

Io
Mi chiamo Giovanni Alberti e sono nato nel 1979,
dipingo da sempre ed espongo dal 2001 in mostre collettive e
personali a Piacenza, Parma, Ferrara, Firenze e Roma. Utilizzo
tecniche miste con matite colorate, tempere acriliche e matite.
Ho un piccolo studio, a Piacenza, dove vivo, dove prendono
vita i miei lavori.

 

 

immagine Giovanni Alberti

 

Che cosa dipingo
A volte sono volti, spesso di donne. A volte sono luoghi.
Altre volte sono sensazioni che prendono le sembianze umane.
Sono improbabili eroi, protagonisti di storie che non legge nessuno.
Alcune volte sono suggestioni che mi raggiungono così, all’improvviso,
quando guido, ascolto la musica, cammino o corro.
 Allora provo a immaginare il quadro, mi figuro la dimensione perché
è importante capire se si tratta di un’idea da raccontare
su una tela grande o una tela piccola. Quadrata o rettangolare.

 

immagine Giovanni Alberti

Come nasce un mio quadro
Inizia tutto da un segno, un segno a matita.
Anzi no, inizia tutto dalla tela grezza, cruda, nuda. Impasto il
gesso con acqua e colla e la stendo con le spatole.
La difficoltà principale è distribuire il composto in modo uniforme,
senza troppi dislivelli.
 L’acciaio della spatola lavora un po’ di taglio ma
delicatamente perché il fondo non deve essere né troppo
liscio né troppo ruvido. Il fondo.
Se la tela ha un buon fondo, l’opera promette già bene.
Poi arriva la graffite della matita: il segno,
poi i colori, le pennellate e i graffi dei pastelli.

Quando è concluso
Quando tutto è compiuto, a volte, cambio. Preparo un nuovo colore che copre tutto, velatamente, lasciando intravvedere tutto il lavoro precedente come una stratificazione, come nelle case antiche o nelle chiese dove gli intonaci si sovrappongono nei secoli e quando uno strato si sgretola, s’intravvede quello precedente, sbiadito, con alcuni graffi che sembrano dei decori. Nasce così un mio lavoro, sul cavalletto di legno da dove colano mille colori secchi. Un’opera è conclusa quando “funziona” che poi non so definire perché funziona, perché è bilanciata e non serve aggiungere altro. Ogni pennellata in più è superflua.

 

 

 



CONTATTI

Email: ossimoro.art@gmail.com