Riccado Fissore
BIOGRAFIA - RICCARDO FISSORE
Nasco a Torino nel 1983. Frequento l'Atelier di pittura “Imparalarte” di Amelia Alba Argenziano a Rivoli (TO) dal 2004. Il lavoro in ambito sociale e l'interesse per la politica mi portano presto a trattare queste tematiche nelle mie opere, spesso utilizzando simbologie e messaggi critici e sarcastici.
Col passare degli anni sviluppo sempre maggiormente tematiche più personali e introspettive, quasi una sorta di seduta terapeutica o di diario che lo spettatore può sbirciare. L'elemento fondativo, il mezzo espressivo di tutta la mia attività artistica, resta il surrealismo, perché penso realmente di vivere in un mondo surreale, inteso come fuori e dentro di me.
Dal 2005 inizio ad esporre in mostre collettive e personali nel nord Italia.
Dell'Ironia e della Lotta di Michele Miscia
In un romanzo che ebbi a scrivere molti anni or sono, immerso in un inconsapevole passaggio anagrafico ed esistenziale che mi stava traghettando nell'età di mezzo, ebbi a vestire d'inchiostro un pensiero che oggi mi sento di confermare in pieno:
"I giovani tentano di costruire il mondo a propria misura, gli adulti tentano di costruirsi a misura del mondo! In questo è la differenza sostanziale tra giovani e adulti!"
Chi di noi, in gioventù, non ha avvertito il prepotente bisogno di denunciare, ad alta voce, le ingiustizie che flagellano la società umana, e chi non ha mai lamentato l'annichilimento dei valori da parte di un potere spesso inevidente, ma onnipresente come l'aria, che tutto tende ad asservire ai propri interessi di bottega, imbiancando il sepolcro dell'onestà intellettuale con le vernici candide di un perbenismo di maniera e calpestando l'individuo, considerato alla stregua di una macchina o di un numero? E chi, ancora, dopo che per un tempo indefinito ha nuotato controcorrente, fiaccandosi, non si è lasciato travolgere dalla piena esistenziale, rassegnandosi ed abbandonandosi al fluido corso degli eventi, attento soltanto a non affogare fra i flutti? La storia individuale, evidentemente, è storia collettiva.
Riccardo Fissore è giovane e della gioventù riflette i tratti salienti nella sua già nutrita opera. Dotato di un talento che lascia presagire un notevole futuro artistico (a quanto pare la mia penna è la prima a scriverne), egli si serve di una figura retorica, quale è l'ironia, per il cui tramite non è possibile attuare sconti egli stigmatizza pesantemente ciò che la realtà propone al suo giudizio, prima che al suo sguardo diretto, ricorrendo al ridicolo espresso in forme visive che, senza dubbio, attingono anche alle modalità compositive del fumetto. Nella produzione di Fissore ci si può imbattere in un carro armato infilato in un bicchiere, con il cannoncino a far da cannuccia, ed ancora è possibile ritrovarsi sotto una pioggia di missili in caduta libera, che rilasciano fumi che assumono la forma del simbolo del dollaro.
Tale discorso si innesta, a mio parere, non nell'antiamericanismo manieristico che ha permeato molta parte della presunta intellighenzia nostrana negli ultimi anni, ma in un discorso complessivo sulle politiche del penultimo presidente americano, quel Bush che in nome del dio denaro e dell'interesse delle multinazionali ha aperto vari fronti di conflitto che hanno insanguinato il cuoio capelluto del nostro pianeta.
Un ragionamento maturo sul potere, specialmente quello economico, sulla sua cecità, che si palesa in molta della sua produzione e nell'accoglimento dei temi ambientalisti, come è nell'opera "Tutto subito” raffigurante la Terra consunta a morsi dalla insaziabile voracità dell'essere umano, pericoloso parassita, che la sta distruggendo autodistruggendosi. Si tratta di un "potere", nella visione dell'artista, impositivo ed incapace di dialogo; di un apparato occulto che esprime i suoi diktat espressi in forma "esclamativa". perentoria, nell'assoluta assenza di contraddittorio, nella fede cieca in un capitalismo selvaggio che non lascia germogliare alcun punto interrogativo. La stessa facoltà di "pensiero autonomo e inibita all'individuo umano, cui si tende a sostituire l'ingranaggio meccanico. Metafora evidente, di carattere marcatamente ironico, del lavaggio di cervello" collettivo cui la società è giornalmente sottoposta da parte di media asserviti al potere dominante. Per quanto l'attenzione al sociale, al "politico", all'interesse collettivo risulti essere predominante nelle opere di Fissore, almeno per quel che concerne la produzione proposta alla mia attenzione, non mancano temi piú intimisti, quale, ad esempio, quello del rapporto tra di due sessi. In più di un luogo l'amore ci è presentato come un tabernacolo ricoperto di aculei, che un cuore, pur munito della chiave, non riesce ad aprire. Mi pare di poter affermare che, anche nell'interpretazione della fenomenologia sentimentale che trova epifania nei tempi nostri. Riccardo Fissore si riveli interprete attendibile e attento. È sotto gli occhi di tutti, infatti, la “virtualizzazione” del rapporto uomo – donna, che non si compie più nel contatto diretto, ma per il tramite di strumenti idonei a mantenere la distanza di sicurezza. Da giovane scrissi che “l'amore è l'unico paradiso nel quale si soffre parecchio!”: l'esperienza esistenziale me lo ha confermato. Ma al contempo ho ottenuto la certezza che “l'amore è la sola forma di sofferenza della quale non mi priverei per nulla al mondo”. E l'arte è sostanzialmente un atto di amore. Inevitabilmente comporta sofferenza. Non ci resta dunque, con Fissore, che prenderci le nostre ironiche rivincite.