Roberto Mendicino
Biografia
Frequenta il Liceo Artistico “U. Boccioni” di Cosenza, quindi prosegue gli studi presso la facoltà di Lettere dell’Università degli Studi della Calabria dove consegue la laurea in lettere moderne - indirizzo artistico, con una tesi sperimentale in Storia dell’architettura. Attualmente è docente di italiano presso il Centro Istruzione Adulti di San Giovanni in Fiore.
All’età di 15 anni sperimenta per la prima volta la pittura ad olio che resterà da allora la tecnica protagonista dei suoi migliori lavori insieme ad un cromatismo che lo distinguerà rendendolo immediatamente riconoscibile. Negli anni ‘80 percorre la strada della rappresentazione iperrealistica per dedicarsi poi alla realizzazione di serigrafie con la tecnica del puntinismo ad inchiostro. Dopo un lungo periodo di ricerca, si imporranno tematiche che ricorreranno con frequenza nelle scelte pittoriche dell’artista, che non mancherà di riproporre elementi e figure significative per la sua ricerca. Le scene oniriche e una nuova reinterpretazione metafisica e surreale, rappresentata da scenari di incomparabile suggestione, suggeriranno atmosfere arcane e remote. Durante la pandemia queste tematiche verranno riproposte in una chiave diversa: i dipinti “dell’immediato”, così come li definirà l’artista stesso, troveranno una nuova linea di intreccio tra astrazione, neo-surrealismo e sintesi formale estrema.
Alcune opere sono a carattere sacro, tra queste “Vergine Sposa col Bambino”, dipinto a cui l’autore è particolarmente legato e la cui iconografia risulta finora inesistente in Italia e in Europa. Quest’opera ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui la recensione di Vittorio Sgarbi che ne ha decretato il II posto al Premio Pandosia nel gennaio 2022.
Per le importanti attività che ha svolto e svolge nel campo della cultura e dell’arte, ha ricevuto riconoscimenti molto prestigiosi tra cui il Premio Festival Art Spoleto 2016 e 2018 nell’ambito del Festival dei Due Mondi; “Diego Velázquez” e “I Guerrieri di Riace” (Lecce, 2017); “Julius Caesar Imperator” (Lecce, 2018); “Premio Galarte” Rende (Cs), Museo del Presente, sotto il patrocinio del Senato della Repubblica e del Ministero per i beni e le attività culturali, 2018; “I Premio Internazionale Arte Palermo” (2018); “Pablo Picasso” (Lecce, 2018); “Premio Europeo Eccellenza delle Arti” (Roma, Barcellona, Parigi, 2019); “Artemisia Gentileschi”e “Monna Lisa” (Lecce, 2019); “Apollo e Dafne” (Mesagne, 2020); “I Premio Internazionale Città di Budapest” (2020); “Artista dell’anno 2020-Premio della creatività” (Palermo, 2021); “Premio David di Michelangelo” e “Hermes il messaggero degli dei” (Lecce, 2021); “Premio Internazionale di Arte Contemporanea” (Vienna, 2023).
L’artista è stato ancora insignito di altri numerosi riconoscimenti tra cui il 1° posto per tre anni consecutivi (2015-16-17) al “Borgia Film Festival” e al I Concorso artistico letterario nazionale “La nebbia agli irti colli…” (Edizioni Atlantide - 2018), entrambi per la sezione pittura.
Inoltre, il comitato di valutazione della Cairo Mondadori, dopo un’accurata selezione dei dipinti, ha espresso favorevolmente il suo giudizio e lo ha inserito per tre anni consecutivi nel Catalogo d’Arte Mondadori che raccoglie la produzione artistica italiana dal primo Novecento ad oggi.
L’artista espone in Italia, Europa e America. Tra le mostre personali più importanti si ricordano “Maschere nel deserto” nel 2016 a Palazzo Sersale, Cerisano (Cs), “I deserti dell’anima” presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza nel 2017, “I miei deserti” nel 2018 a Cerisano (Cs), Palazzo Sersale, “Percezioni in rosso” presso il Convento di S. Francesco di Paola a Casali del Manco – Pedace (Cs) nel 2022.
Paolo Levi, critico d’arte, così scrive di lui: “Nelle composizioni pittoriche di Roberto Mendicino, in bilico tra una figuratività metafisica e una visionarietà surreale, si dipana un universo d'immagini enigmatiche che si caricano di significati simbolici. La sua ricerca stilistica e contenutistica allude alla trascendenza e conduce chi guarda in un mondo complesso, abitato da simboli da decifrare e scandito da attese e silenzi, che sfiorano il reale solo per un breve istante, per ritornare subito a luoghi immaginari senza spazio e senza tempo”.