Rosetta Tronconi



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Critica

“Fratture dell’Esistenza”
Critica per Rosetta Tronconi
A cura di Benedetta Spagnuolo

Rosetta Tronconi è nata nel 1963 a Castel Bolognese, dove vive e lavora tuttora. Consegue nel 1981 il diploma all’ Istituto Statale d’Arte di Faenza (RA) e nel 1983 quello di “Perfezionamento Plastico Decorativo” nello stesso Istituto; nel 2000 segue un corso di formazione sull’arte del Mosaico, tenuto da Silvana Costa.
Da sempre attratta dall’arte, nel corso degli anni sperimenta diverse tecniche quali la ceramica, il mosaico, la terracotta e molteplici tecniche pittoriche, ma solo nel 2001 comprende che quella che la soddisfa e accoglie di più è sicuramente il pastello. Lavora sempre su carta, su grandi e piccoli formati e predilige l’uso del bianco e del nero che intensifica il “dramma” nelle sue figure.
Pari passo con la sua evoluzione artistica, e quindi con le varie sperimentazioni tecniche, muterà anche il suo modo di approcciarsi al mondo, così anche i soggetti che elabora e le tematiche che affronta. Disegna per una vera e propria esigenza fisica ed interiore, ricercando un suo personale equilibrio attraverso le matite ed il chiaroscuro.
Uno dei grandi pregi dell’artista è sicuramente la pazienza con la quale sviluppa i suoi disegni, questi sono spesso seriali e arrivano ad un numero di 15-20 aventi lo stesso titolo. Come in una fotografia ne studia pazientemente inquadrature e scorci e rielaborando più volte l’immagine sembra non essere mai soddisfatta di ciò che compie, nonostante il progetto sia già completato.
Nella sua totalità sembra tutto così “sospeso” e “irrisolto”.
I soggetti che realizza sono esseri umani dagli occhi malinconici e a tratti statici, spesso femminili dalle enormi fratture interiori, da porzioni di corpo violate e da ferite che tentano si risanarsi, dove si evince un’ intimità estrema, un raccontarsi attraverso la pelle e le sue cuciture. Tutti questi personaggi sono legati a vite travagliate e sofferenti, questo si legge già dai titoli come “Guerra”, “Bersagli” e “Come una bestia”.
Nei suoi lavori non c’è mai silenzio, c’è solo una dolce pace, un profumo malinconico dai soggetti incerti; i profili appaiono smarriti di fronte a qualcosa che sta per accadere, di fronte all’ignoto ed è come se la realtà togliesse tutti i colori e godesse solo di sfumature grigie.

L’artista racconta, attraverso le sue figure, il proprio sentire e le proprie emozioni dinnanzi ad una vita che l’ha portata sempre al mutamento interiore e, solo adesso, attraverso l’arte può esprimersi nella sua più totale onestà. In questo caso, invita l’osservatore a reagire, a non farsi sopraffare da niente e nessuno, a prendere consapevolezza di se stessi ed essere finalmente al centro di tutto.
Guardando tutto il suo lavoro dall’alto, troviamo da una parte il tratto corposo, in parte vellutato ed accogliente, dall’altra elementi incisivi e forti come quelli della fragilità, della frattura e del suo difficile risanamento.
Si nota così il sovrapporsi e l’accostarsi di questi contrasti, che spesso destabilizzano l’osservatore, fermandolo davanti all’opera per molto tempo, come a voler risolvere un rebus. Un percorso che non finisce solamente in una semplice “lettura” dell’opera ma che va ben oltre, sconfina lo spazio del foglio e fa perdere la percezione del tempo che passa.
Benedetta Spagnuolo Catania, 08-04-2018

Fotografia Rosetta Tronconi



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