VANESSA LAUSTINO
BIOGRAFIA
VANESSA LAUSTINO
Vanessa Laustino nasce a Torino il 29 marzo 1972. Dal 1998 si dedica alla pittura di paesaggi studiando le opere dello zio Emanuele Laustino dal cui tratto è sempre stata affascinata. Suo unico riferimento, anche se non più in vita, ha lasciato nelle sue opere il fascino delle pennellate che sono diventate spunto, all'inizio, e maestre poi.
A ciò si deve l'evoluzione dello stile pittorico di Vanessa, che risente notevolmente dello stile del maestro nelle prime opere (Rose, Mimosa, Marina, Baia, Casolari, Rose bianche, Fiori), realizzate prendendone spunti evidenti ma accentuando la luminosità dei colori. Elabora successivamente temi propri interpretando immagini e fotografie.
Tema predominante la luce che dà particolare risalto ad ogni opera, quasi a volerla imporre... come ha scritto una cara amica: " Ho guardato il tuo quadro ieri e, come in tutti gli altri, c'è sempre qualcosa di oscuro, di prepotente nelle ombre. Come una sensibilità schiacciata, che passa e non resta ...."
"I miei quadri rappresentano sempre qualcosa di me, lo stato d'animo che ha colto l'ispirazione in una foto, in un'immagine, pronto ad interpretarle facendo sì che il soggetto, dal momento in cui "nascerà" dalla tela, possa esprimere qualcosa di profondo. Dipingo isolata nella musica classica, E. Satie o i Notturni di Chopin. Non mi piacciono le linee perfette; mi piace che chi osserva il dipinto possa immaginare, dialogare con l'opera, che è lo spunto per poter "vedere con l'anima" tutto ciò che apparentemente sulla tela non si vede.
Autodidatta, non mi piace l'idea di essere condizionata da una scuola. Ho imparato i rudimenti di questa arte alle scuole medie e al liceo dove mi sono appassionata agli impressionisti e alle loro pennellate. Lo sfondo non è mai un "di più", ma completa sempre il significato del soggetto, avvolgendolo. Dominano i contrasti di luci e ombre, i contrasti forti e vividi, a voler fissare sulla tela emozioni e sensazioni.
Fiori, donne, qualche natura morta...poi ho cominciato a capire che il mio tema predominante sarebbero state le ballerine, imperfette in un'arte perfetta come la danza, passionali in un'arte viva come la danza, per poter esprimere quella luce che solo pochi sanno vedere. La poesia delle mie opere è nella luce e nella musica da cui scaturiscono.
Dietro ogni immagine si nasconde una realtà più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo attraverso l'intuizione che suggerisce emozioni e stati d'animo. E' un dipingere con gli occhi dell'anima, alla ricerca dell'anima delle cose...."
Recensioni
Vanessa Laustino, nipote di Emanuele Laustino, artista ben noto del Novecento astigiano, affida alle piacevoli ballerine, a un battello o a un vaso con fiori, la misurata definizione della raffigurazione. (Mistrangelo)
Vanessa Laustino, che da sempre pone al centro delle sue opere la poesia della luce e della musica, da cui le sue visioni scaturiscono. (Edoardo Arpaia - Sguardi su Torino)
POETICA
La poesia delle mie opere è nella luce e nella musica da cui scaturiscono. Dietro ogni immagine si nasconde una realtà più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo attraverso l'intuizione che suggerisce emozioni e stati d'animo. Lo sfondo non è mai un "di più", ma completa sempre il signi ficato del soggetto, avvolgendolo. E' un dipingere con l'anima, alla ricerca dell'anima delle cose...
La poesia delle mie opere è nella luce e nella musica da cui scaturiscono.
I miei quadri rappresentano sempre qualcosa di me, lo stato d'animo che ha colto l'ispirazione in una foto, in un'immagine, pronto ad interpretarle facendo si che il soggetto, dal mo mento in cui "nascerà" dalla tela, possa esprimere qualcosa di profondo. Dipingo isolata nella musica classica.
Non mi piacciono le linee perfette; mi piace che chi osserva il dipinto possa immaginare, dialogare con l'opera, che è lospunto per poter "vedere con l'anima" tutto ciò che apparentemente sulla tela non si vede ...
Autodidatta, ho imparato i rudimenti di questa arte alle medie e al liceo, dove mi sono appassionata agli Impressionisti e alle loro pennellate.
"Amo ciò che di tenace ancora sopravvive nei miei occhi (...) Adoro il mio essere perduto, la mia sostanza imperfetta."
Pablo Neruda