MOSTRA PERSONALE di arte contemporanea
I KING di Lucio Maria Morra
25 Settembre - 2 Ottobre 2018

LUCIO MARIA MORRA: I KING

Dove: Ass. Culturale Ossimoro Via Carlo Ignazio Giulio 6 10122 Torino
Quando: 25 Settembre - 2 Ottobre 2018
INAUGURAZIONE 25 Settembre 2018 ore 18,30 con ingresso libero

La mostra sarà fruibile con ingresso libero:
dal lunedì al giovedì 11,00 -  18,00   venerdì e sabato  15,00 -  20,00.

Per maggiori  informazioni: ossimoro.art@gmail.com
Presidente Coordinatore e Curatore: Cinzia Sauli

I KING

I KING (pronuncia "i cing", dolce) è l’antico Libro dei mutamenti cinese,
un trattato sapienziale antecedente a Confucio e Lao Tse,
utilizzato come oracolo da circa tre millenni.

Si tratta di una rappresentazione dinamica della realtà
in cui la vera conoscenza emerge più che dalle situazioni in sé,
dalle leggi che ne governano la costante trasformazione.

Le diverse circostanze sono raffigurate graficamente da 64 esagrammi, cioè tutte le combinazioni di 6 linee intere (il principio maschile, yang) o spezzate (il principio femminile, yin).

Se consideriamo la linea spezzata come 0 e quella intera come 1,
precorre la numerazione binaria comunemente utilizzata oggi dai computer,
nonché i principi del calcolo combinatorio:  2 possibilità (intera o spezzata)
elevato al numero di linee (6) corrisponde al numero delle combinazioni, 26 = 64 esagrammi.

Ha costituito infine un contributo chiave per definire nella psicologia moderna
(in particolare quella junghiana) il concetto di "sincronicità".

Frequento questo testo da oltre 40 anni
e non posso negare che abbia incisivamente ispirato le mie scelte di vita.
Mia figlia, per esempio, si chiama Ttai, come l'undicesimo esagramma, la pace.

Quando, nel 2012, ho deciso di riportare la mia libera produzione artistica
in primo piano professionale, ho intrapreso quest'opera
con l'intento di rappresentare tutti i 64 esagrammi.

L'opera prosegue tuttora - alternandosi ad altre serie pittoriche -
avendo realizzato ad oggi [estate 2018] tre quarti del progetto.

La sequenza progressiva dei quadri corrisponde di fatto
all'ordine cronologico di mie effettive giocate personali.

I quadri sono tutti eseguiti in acrilico su tela, rettangolari verticali,
di dimensioni variabili tra i 50 x 70 e i 100 x 150 cm.


Dario Capello
PER NOI CHE NON FINIAMO DI NASCERE
Nota sulla serie pittorica dell’I KING di Lucio Maria Morra

Visioni. O esercizi di ascolto. Qui nessuno ci chiede risposte, qui si aprono spiragli dove può irrompere nella vita profana un senso che la trascende. L’intuizione dell’eterno mutamento, del mondo fluttuante, così come sorgono da un flutto queste figure (I KING è libro di mutazione…).
Caos e ordine: è l’intreccio di equilibri sempre in movimento, sempre sul punto che precede l’assestarsi. Equilibri ritmati da queste linee di rosso, da questi fondali verdi e ocra. E’ il movimento stesso della vita.
E questo aprirsi sulla tela di strade previste e non previste porta gli occhi, i nostri occhi, ad accendere luci dentro, quelle luci che pensavamo esteriori.
Oracoli da non interrogare, perché ci interrogano, silenziosi, lontani da ogni presunzione di venire spiegati con la sola mente. Certo, non esigono risposta, ma una sottrazione di sé a sé, attraverso quel tocco, che qui è tocco pittorico, che nello stesso tempo scopre e vela. E ci dicono quel che in profondo già sappiamo e soffriamo: la perenne metamorfosi, il capogiro dei pensieri, la mente che interviene sempre un momento dopo…
Queste tele di Lucio Maria Morra sono pervase da una tensione dominante che si esprime nel ritmo, nella ripetizione, nel vibrare sottile. Non a caso si dice che ogni destino ami le ripetizioni, le coincidenze, prima di diventare trama. Ecco, trama, in tutti i sensi, a partire da quello più manuale di tessitura, trama è la parola che riassume e condensa in stile pittorico questi canti di terra e di cielo.
C’è un mondo, fuori, che scivola via, a volte sconvolto, a volte rasserenato. Lucio Maria Morra non oppone all’indecifrabile del mondo altro che una sua forma felice. E leggera. Silenziosa come cosa che si lascia cadere. In accordo con lo spirito zen che è fondamentalmente antitragico.
Neti-neti, tutto ciò che appare è reale e non reale, fiore di apparenza, così come tutto ciò che giunge a un estremo è destinato a convertirsi nel suo opposto.
Qui l’artista potrebbe dire col Tao " nel non fare di sé un centro raggiunge la perfezione ", che significa anche essere presenti con distacco, aiutare lo svolgersi delle cose secondo la loro natura, evitando di disturbarle.
L’I KING dice di se stesso " io contengo del nutrimento ", e Jung incalza, nella sua importante prefazione al Libro, " l’I KING insiste dappertutto sulla conoscenza di sé ". Dunque una sola lunga ammonizione a scrutare se stessi, avanti e indietro, " abisso sopra abisso ", come recita una linea dell’esagramma 29, L’Abissale. Ma sappiamo che ogni abisso è un fondo di risonanza…
Sono visioni, queste di Lucio Maria Morra, fermentate dalla regione aerea e umida di vapori, quella che nasconde e rivela all’improvviso, ci sorprende prima di un sì o di un no. Inesprimibile con le parole è tutto ciò che qui partecipa della visione, con questo vibrato del colore che è anche nostalgia del colore. Quando un mondo di colori affiora ci chiede di specchiarci. E ancora: chroma vale come gamma cromatica e tono musicale insieme. Tono musicale, qui più che mai, voce dell’anima, voce che ogni volta, nell’incontro con gli esagrammi, riporta lo spartito alla sua origine, alla sorpresa iniziale.
Le immagini di Lucio Maria Morra vivono (non finiscono di nascere) tra forma e non forma, tuttavia ben lontane dalle categorie abituali di "onirico" e di "informale". Non c’è sogno profondo né piena veglia, e forse nemmeno uno stadio intermedio sonnambolico. Tutto trascolora nel segno della mutazione, e tutto è danza, movimento cioè che lascia il minimo di tracce. Ogni opera d’arte autentica, in fondo, non ha altro da mostrare che se stessa, perciò non finisce di nascere.
Visioni attraversate da una luce intemporale, luce del cuore. Visioni di un sentire sospeso, vibratile, che sfonda la storia individuale di noi stessi, quella storia minima che a noi sembra la vita, o almeno la fa retrocedere sulla soglia di uno stupore meditativo, fino a condurci verso uno stato più originario, archetipico.


 


LUCIO MARIA MORRA si racconta...

Il mio percorso artistico può essere sintetizzato in 4 fasi.

PRIMA FASE (1952-1976)
Sono nato nel 1952 a Fossano (Italia). Ho studiato Matematica Pura presso l'Università di Torino.
Fin dai tempi del Liceo mi sono riconosciuto eclettico e creativo.
Nel 1976, influenzato probabilmente dalla conoscenza diretta, per la prima volta, di un artista professionista, un anziano pittore di Torino, Ilio Burruni, ho abbandonando la promettente carriera accademica per intraprendere il cammino dell'Arte e la professione di pittore.

SECONDA FASE (1977-1985)
Nel 1977 mi sono trasferito in Brasile, dove ho risieduto fino al 1983, lavorando in stretta collaborazione con il pittore Luiz Hamen, a Santos. In quegli anni di rapida evoluzione professionale la mia produzione si è sviluppata a partire da uno stile prevalentemente grafico ispirato alla pop-art, poi attraverso una grande opera intitolata "Projeto para a reconstrução da Torre de Babel" (220 tavole in tecnica mista su carta di stile immaginario poetico), fino alla pittura astratta.
Tornato in Italia (dove vivo tuttora, stabilmente in Provincia di Cuneo), l'impatto con il mondo dell'Arte europeo, rispetto a quello sud-americano, mi si è rivelato alquanto traumatico... Nonostante ciò ho continuato a produrre risolutamente per alcuni anni concentrandomi sulle trame astratte e sul simbolismo geometrico fino ad approdare ad una sorta di narratività metafisica.

TERZA FASE (1986-2011)
La mia eclettica produzione nell'ambito delle arti visive è stata continuativamente integrata da una sostanziale attività di studio, ricerca e promozione culturale. Da questa versatile prerogativa è scaturito nel 1984 il mio interesse per la Gnomonica, l'arte delle meridiane, che è diventata nel 1986 e per i successivi 25 anni la mia principale attività professionale. Quest'arte "minore" ha rappresentato per me una concreta possibilità di sviluppare ed esprimere la mia creatività liberamente. Ho realizzato centinaia di impianti pubblici e privati, alcuni monumentali come la meridiana di Piazza Solferino a Torino o quella del Jardin des Archevêques a Narbonne (Francia).
In questo periodo la mia produzione di libera pittura è comunque proseguita in ambito privato. Per esempio, nel 1996 ho prodotto una serie di 420 intarsi astratti di acrilico su carta, denominata "Tavole di psicogeologia".
Al culmine di questa fase, tra il 2009 e il 2011, sono stato impegnato in un importante incarico nel campo dell'architettura.

FASE ATTUALE (2012-2018)
Nel 2012, al compimento dei miei 60 anni, ho deciso di riportare risolutamente in primo piano la mia libera produzione pittorica, riprendendo a dipingere, ristabilendo contatti con gli artisti e con le gallerie e ricominciando ad esporre sistematicamente, a partire dal mio territorio per espandermi man mano sul territorio nazionale, fino ad essere invitato nel 2016 a Colonia (Germania) a partecipare ad un laboratorio di arte sacra contemporanea presso la Kunst-Station Sankt Peter Köln.
Attraverso il lungo percorso, che ho cercato qui di sintetizzare, penso che il mio linguaggio pittorico sia pervenuto oggi ad uno stile "maturo" e peculiare ben definito. Normalmente tratto tematiche connesse alla mia sfera personale di interessi e approfondimenti, che abbraccia contenuti estetici e spirituali a cavallo tra oriente e occidente. I miei quadri (prevalentemente acrilico su tela) associano fondi astratti informali (prodotti spesso in occasione di action painting performance assieme alla scultrice e performer francese Astrid Fremin) a nitidi solidi geometrici in sospensione, e molto spesso a diciture, in una sorta di atmosfera metafisica.

Al di là della dimensione professionale, ho sempre interpretato il mio percorso artistico soprattutto come un cammino interiore. Dal 1998 sono monaco buddhista di tradizione Zen, responsabile del Dojo Zen Sanrin di Fossano.


Lucio Maria Morra nasce nel 1952 a Fossano (Italia).
Studia Matematica Pura presso l'Università di Torino.
Nel 1976 intraprende il cammino dell'Arte e la professione di pittore.
Nel 1977 si trasferisce in Brasile, dove risiede fino al 1983.
Tornato in Italia, vive stabilmente in Provincia di Cuneo.
La sua eclettica produzione nell'ambito delle arti visive
viene continuativamente integrata da una sostanziale attività
di studio, ricerca e promozione culturale.
Da questa versatile prerogativa scaturisce nel 1984
il suo interesse per la Gnomonica, l'arte delle meridiane,
che diventa nel 1986 la sua principale attività professionale.
Nel 2012 riporta risolutamente in primo piano la sua libera produzione pittorica.
Al di là della dimensione professionale, egli stesso ha sempre interpretato
il proprio percorso artistico soprattutto come un cammino interiore.
Dal 1998 è monaco buddhista di tradizione Zen,
responsabile del Dojo Zen Sanrin di Fossano.